Salsa San Bernardo. per una caponata da monsù.

Salsa San Bernardo


per una caponata da monsù





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Non si usa più, forse , ma se voleste dare nuovo vigore alla vostra caponata, ma anche ad un bollito, o un piatto di pesce,vi vorrei consigliare una salsa a base di cioccolato, per la Giornata mondiale del cioccolato del Calendario del cibo italiano.
Si tratta di una salsa molto particolare e caratterizzante,con un utilizzo del cioccolato non consueto, visto che lo vede abbinato ad ingredienti forti come l'acciuga...
Anche se una volta in Sicilia non era così raro l'utilizzo del cioccolato anche in piatti salati, come il coniglio, o la sua unione ad elementi inconsueti come le melanzane, certo è che la salsa San Bernardo è oggi davvero poco conosciuta.
Fa parte di quella cucina dei monsù, barocca e stupenda, che ha lasciato in Sicilia tracce ben più famose, legandosi ad un passato che ha visto il suo splendore in tutto il periodo in cui i Borboni hanno regnato nelle Due Sicilie, ma anche oltre.
La caponata stessa, nella cucina dei monsù ,non era certo solo vegetale, ma arricchita da pesce e aragoste, e decorata con soldoni di uova sode nere, marinate nel vino. 
In più, se già questi ingredienti non bastassero, la si serviva accompagnata dalla salsa San Bernardo.
Recentemente, ho scovato una storia, in un blog, che ne racconterebbe la leggenda, avvalorando la tesi che la vorrebbe creazione dei monaci di un monastero siciliano.
La storia mi è piaciuta molto, e vorrei proporvela.qui
Il blog è ReallyWhocaresBlog. 
Parla di un principe che aveva perso l'appetito. A nulla potevano i cuochi di corte, con i loro manicaretti. L'ultima possibilità sembrava restasse una ricetta segreta dei monaci di un monastero su di un monte siciliano.
Così, solo, con un asino ed un bastone, il principe raggiunse il monastero ed i monaci gli diedero la loro ricetta miracolosa.
Ma...nulla! Tornato a corte, e consegnata ai cuochi la ricetta, l'appetito non tornava. Ecco che il principe torna dai monaci, chiedendo spiegazioni. 
Ma la ricetta era esatta; solo, i monaci aggiunsero alle dosi ed alle spiegazioni, trascritte su una pergamena, una frase :

"CAMMINA OGNI GIORNO PIU' CHE PUOI E GUADAGNATI LAVORANDO IL CIBO CHE MANGI."

E, magicamente, l'appetito tornò.
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Ingredienti

Mandorle non pelate g 100
Pangrattato g 50
Aceto di vino bianco  g 50
Cioccolato fondente g 100 (io di Modica)
Acciughe salate n. 3
Miele o zucchero di canna g 50
Il succo di un'arancia
Olio evo

Procedimento

Tostare le mandorle e il pangrattato, pestare in un mortaio e porre sul fuoco con il resto degli ingredienti, mescolando di continuo.
Il composto non dovrà cuocere, ma solo assemblarsi, fin quando il cioccolato non sarà ben sciolto.
Si conserva in frigo per più di una settimana, e si può servire, oltre che con la caponata, anche con carciofi e carni lesse.
Ho scelto di lasciare la consistenza delle mandorle, che amo, ma si può anche passare al setaccio.
  



Con questa ricetta, do il mo contributo allaGiornata mondiale del Cioccolato per il Calendario del cibo italiano

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